Altro che brivido felino, qui si bela dal freddo… ok che siamo a gennaio, ok è l’inverno più freddo degli ultimi 30 anni.. ma potevano dirlo!!!
Le info che avevo io (e che gli venga un colpetto di tosse a quello che l’ha scritto) parlavano di inverni con temperature che oscillavano tra i 15 e i 25 gradi. Qui siamo invece ad una manciata di gradi sopra lo zero e soprattutto questi bontemponi non sentono l’esigenza di munire le abitazioni di riscaldamento. Ergo, si gela!
Ci siamo procurati un paio di stufette..ma sembra di vivere con la copertina (dovutamente tecnologizzata) di Linus, in più, di riffa o di raffa ci sono circa 7 persone che gironzolano per questi luoghi e due stufettine fanno davvero fatica a ricoprire il fabbisogno di calore di tutti!
Senza contare che, ovviamente, appena si spegne o si sposta una stufetta, ci vogliono circa 3 nanosecondi perché la stanza in cui era accesa si ricongeli completamente. Questo anche perché oltre a non essere previsto alcun riscaldamento, non sono nemmeno previste case con imposte particolarmente isolanti e non di rado, ovunque ci si trovi nella casa, può capitare di avvertire di punto in bianco, una folata di vento gelido che arriva dritto dritto sulle spalle o sulle gambe.
Ovviamente non se ne parla di tenere stufette accese tutta la notte (non di rado si possono osservare le prese di corrente deformate e di un inquietante color marroncino bruciato)..e questo fa si che i risvegli siano traumatici, i nasi e le orecchie sempre ghiacciati, quando si indossano gli abiti sembra siano stati in frigo e soprattutto si ha la consapevolezza che sarà così per tutto il resto della giornata!
Di camini, poi, nemmeno l’ombra.
Scendendo in strada, si scoprono in ogni angolo e a pochi metri uno dall’altro, piccoli bracieri accesi, improvvisati in ciotolone di metallo (le stesse poi che usano le donne sulla testa per trasportare i mattoni sui cantieri!), vicino a cui si scaldano piccoli agglomerati di 3/4 persone, ma anche uomini solitari che forse restano lì solo per scaldarsi.
E in tutto questo, noi che almeno abbiamo un tetto sopra la testa (ed è anche un signor tetto con tutto quello che una casa indiana possa desiderare), non possiamo nemmeno lamentarci perché se si esce al mattino presto non è difficile trovare, sotto i cavalcavia, buche scavate nella terra in cui si trovano raggomitolati sotto coperte vecchie di chissà quanto e sporche di tutto lo sporco immaginabile, gente che lì vive e dorme, interi nuclei famigliari, donne, anziani (o persone giovani, invecchiate troppo precocemente a causa della vita dura), bambini che si scaldano con la vicinanza dei loro corpi spesso coperti solo da vecchi sari di cotone.
Ho sentito dire da molte persone che l’India è un paese che lascia il segno.. inizio a capire perché…
Le info che avevo io (e che gli venga un colpetto di tosse a quello che l’ha scritto) parlavano di inverni con temperature che oscillavano tra i 15 e i 25 gradi. Qui siamo invece ad una manciata di gradi sopra lo zero e soprattutto questi bontemponi non sentono l’esigenza di munire le abitazioni di riscaldamento. Ergo, si gela!
Ci siamo procurati un paio di stufette..ma sembra di vivere con la copertina (dovutamente tecnologizzata) di Linus, in più, di riffa o di raffa ci sono circa 7 persone che gironzolano per questi luoghi e due stufettine fanno davvero fatica a ricoprire il fabbisogno di calore di tutti!
Senza contare che, ovviamente, appena si spegne o si sposta una stufetta, ci vogliono circa 3 nanosecondi perché la stanza in cui era accesa si ricongeli completamente. Questo anche perché oltre a non essere previsto alcun riscaldamento, non sono nemmeno previste case con imposte particolarmente isolanti e non di rado, ovunque ci si trovi nella casa, può capitare di avvertire di punto in bianco, una folata di vento gelido che arriva dritto dritto sulle spalle o sulle gambe.
Ovviamente non se ne parla di tenere stufette accese tutta la notte (non di rado si possono osservare le prese di corrente deformate e di un inquietante color marroncino bruciato)..e questo fa si che i risvegli siano traumatici, i nasi e le orecchie sempre ghiacciati, quando si indossano gli abiti sembra siano stati in frigo e soprattutto si ha la consapevolezza che sarà così per tutto il resto della giornata!
Di camini, poi, nemmeno l’ombra.
Scendendo in strada, si scoprono in ogni angolo e a pochi metri uno dall’altro, piccoli bracieri accesi, improvvisati in ciotolone di metallo (le stesse poi che usano le donne sulla testa per trasportare i mattoni sui cantieri!), vicino a cui si scaldano piccoli agglomerati di 3/4 persone, ma anche uomini solitari che forse restano lì solo per scaldarsi.
E in tutto questo, noi che almeno abbiamo un tetto sopra la testa (ed è anche un signor tetto con tutto quello che una casa indiana possa desiderare), non possiamo nemmeno lamentarci perché se si esce al mattino presto non è difficile trovare, sotto i cavalcavia, buche scavate nella terra in cui si trovano raggomitolati sotto coperte vecchie di chissà quanto e sporche di tutto lo sporco immaginabile, gente che lì vive e dorme, interi nuclei famigliari, donne, anziani (o persone giovani, invecchiate troppo precocemente a causa della vita dura), bambini che si scaldano con la vicinanza dei loro corpi spesso coperti solo da vecchi sari di cotone.
Ho sentito dire da molte persone che l’India è un paese che lascia il segno.. inizio a capire perché…