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Di cibo e altre fissazioni!

7/8/2014

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Uno dei principali problemi di noi occidentali all'estero e soprattutto di noi italiani è il cibo. Noi partiamo svantaggiati,è inutile negarlo. Siamo abituati a mangiare bene e tutto. Carni (di tutti i tipi, inutile elencarli), formaggi (e che velo dico a fare), verdure, dolci, pasta, pizza (che si, si trovano anche all'estero.. ma con i dovuti e doverosi distinguo), frutta, caffè e ammazza caffè! 
C'è chi ha le proprie fisse (i peperoni no, caffè come se non ci fosse domani, carne carne fortissimamente carne), chi si adatta a mangiar tutto, eppure, in entrambi i casi le difficoltà in India sono palesi. 
Chi è selettivo trova difficoltà nel procurarsi i cibi di cui più va matto; chi si adatta a mangiare un pò di tutto deve accontentarsi 'solo' di quel pò di un pò che si riesce a trovare. Se poi vogliamo limitarci a parlare di qualità, in entrambe le situazioni, l'unica soluzione possibile è la sopravvivenza (è un anno e mezzo che vivo qui e non ho mai, e dico mai, visto un furgone frigo. Il pesce, che spesso viaggia per migliaia di km per arrivare a destinazione, così come la carne, viene trasportato in sacche da palestra piene di ghiaccio.. considerando che qui la temperatura in estate è spesso sopra i 45 gradi, direi che non c'è bisogno che descriva nel dettaglio gli odori e i colori che ne derivano)
I temerari, i fiduciosi, gli incoscienti o anche solo i distratti sono troppo spesso vittime del cosìdetto "delhi belli" ... cioè una dissenteria, spesso accompagnata da lancinanti crampi allo stomaco, vomito e conseguente disidratazione che non a caso porta questo nome e che spesso porta anche in ospedale. 
Non ci sono Bear Grills che tengano!.. i nostri corpi proprio non ce la fanno. Può succedere con una goccia di acqua non proveniente da bottiglie accuratamente sigillate, dal ghiaccio nelle bevande, da una verdura cotta un pò così. Il cibo di strada è l'atto masochistico per antonomasia.
Qualche hotel con aspirazioni internazionali ci prova ad emularci ma, come potete ben capire dalla foto, i risultati sono spesso grotteschi. Se poi volete divertirvi un pò, vi consiglierei di dilettarvi con le letture delle recensioni che gli indiani fanno dei ristoranti con cuochi italiani: da quello che va in una steack house e si lamenta del fatto che il menù veg. sia scarso, a quelli che ritengono, dall'alto della propria professionalità, che la pasta sia poco cotta (dove per 'poco cotta' intendono quella che noi considereremmo ben cotta).
E non dimentichiamoci del 'poco saporita' il che sta ad indicare che, come minimo ad una pasta all'arrabbiata è stata aggiunta una manciata, se non due, di peperoncino, pepe e spezie varie (masala, insomma).
Io sono una di quelle a cui piace provare le cucine estere, e che, bene o male, si adatta a tutto; tuttavia l'india mi ha insegnato una cosa importante: ci tengo alla mia pellaccia... ergo.. w l'italia!


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IL ROMANTICONE e LA SUA VERA IDENTITA'

15/1/2013

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Lo senti arrivare quando calano le luci, lo riconosci da lontano.
E’ lui, lo chiamano (anzi lo chiamiamo) il romanticone. Ha ispirato una storia. La storia secondo la quale, ogni notte, quest’uomo si aggiri per le strade fischiando. Un fischio lungo, forte, acuto. Il tempo di riprender fiato e, di nuovo, un altro fischio uguale al precedente.. e poi ancora.. Instancabilmente.
Pare che cerchi la sua amata, la sua amante; pare sia il loro segnale, il loro saluto, il loro codice segreto.
Così ogni notte, tutte le notti. Per questo il romanticone.
Un soprannome opinabile!
Primo: in quel fischio non c’è nulla di romantico, di passionale, di amorevole; piuttosto lo scambierei per il fischio di un capotreno che annuncia la chiusura delle porte dei vagoni, anche in maniera piuttosto annoiata!
Secondo: se fosse un segnale, direi che il romanticone ne ha ben più di una di amanti dato che il suo fischio si protrae per tutte le strade del quartiere o quanto meno fin dove l’orecchio umano può arrivare a sentire; inoltre il tizio in questione fischia e cammina e le case di fronte alle quali il suo fischio arriva, sono parecchie.
Terzo: se il fischio davvero celasse un tradimento, sarebbe ben lungi dall’essere un segreto sia per il marito in questione, sia per tutto il vicinato.. e, passi il primo giorno, il secondo, il terzo e forse anche qualcuno in più, ma presto il fischio diverrebbe silenzio a causa di una rotta d’ossa o da parte del cornificato o da parte del vicinato stufo di essere testimone involontario del suddetto tradimento!
Ma la verità è ben altra cosa.
Il romanticone, altri non è che un regolare lavoratore stipendiato. La sua mansione è quella di passare per le strade fischiando, al fine di richiamare l’attenzione di altrettanti lavoratori che sono a guardia delle case! Passa per tenerli svegli insomma. A guardia delle guardie!
Un po’ bizzarra come cosa per noi che proveniamo da terre lontane. Forse acquista un po’ più di senso (..uhm!) se si considera che qui, in qualunque ufficio, negozio o attività lavorativa, per quanto semplice sia, ci sono una marea ma una marea di persone che “lavorano” ognuna con una micro mansione diversa: c’è chi porta il the, chi fa le fotocopie, chi controlla la porta, etc. 
Entrando in un qualsiasi negozio, vi assaliranno mille addetti per proporvi anche il più banale acquisto. Nei supermercati, ad ogni cassa, troverete almeno due o tre addetti ai lavori: chi batte cassa, chi imbusta, chi lega la busta e, ovviamente, il supervisore che fa su e giù tra le casse!
Sono tanti in India, qualcosa devono pur fare!
E il romanticone, fischia!


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...MA CHE FREDDO FA...

8/1/2013

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Altro che brivido felino, qui si bela dal freddo… ok che siamo a gennaio, ok è l’inverno più freddo degli ultimi 30 anni.. ma potevano dirlo!!!
Le info che avevo io (e che gli venga un colpetto di tosse a quello che l’ha scritto) parlavano di inverni con temperature che oscillavano tra i 15 e i 25 gradi. Qui siamo invece ad una manciata di gradi sopra lo zero e soprattutto questi bontemponi non sentono l’esigenza di munire le abitazioni di riscaldamento. Ergo, si gela!
Ci siamo procurati un paio di stufette..ma sembra di vivere con la copertina (dovutamente tecnologizzata) di Linus, in più, di riffa o di raffa ci sono circa 7 persone che gironzolano per questi luoghi e due stufettine fanno davvero fatica a ricoprire il fabbisogno di calore di tutti!
Senza contare che, ovviamente, appena si spegne o si sposta una stufetta, ci vogliono circa 3 nanosecondi perché la stanza in cui era accesa si ricongeli completamente. Questo anche perché oltre a non essere previsto alcun riscaldamento, non sono nemmeno previste case con imposte particolarmente isolanti e non di rado, ovunque ci si trovi nella casa, può capitare di avvertire di punto in bianco, una folata di vento gelido che arriva dritto dritto sulle spalle o sulle gambe.
Ovviamente non se ne parla di tenere stufette accese tutta la notte (non di rado si possono osservare le prese di corrente deformate e di un inquietante color marroncino bruciato)..e questo fa si che i risvegli siano traumatici, i nasi e le orecchie sempre ghiacciati, quando si indossano gli abiti sembra siano stati in frigo e soprattutto si ha la consapevolezza che sarà così per tutto il resto della giornata!
Di camini, poi, nemmeno l’ombra.
Scendendo in strada, si scoprono in ogni angolo e a pochi metri uno dall’altro, piccoli bracieri accesi, improvvisati in ciotolone di metallo (le stesse poi che usano le donne sulla testa per trasportare i mattoni sui cantieri!), vicino a cui si scaldano piccoli agglomerati di 3/4 persone, ma anche uomini solitari che forse restano lì solo per scaldarsi.
E in tutto questo, noi che almeno abbiamo un tetto sopra la testa (ed è anche un signor tetto con tutto quello che una casa indiana possa desiderare), non possiamo nemmeno lamentarci perché se si esce al mattino presto non è difficile trovare, sotto i cavalcavia, buche scavate nella terra in cui si trovano raggomitolati sotto coperte vecchie di chissà quanto e sporche di tutto lo sporco immaginabile, gente che lì vive e dorme, interi nuclei famigliari, donne, anziani (o persone giovani, invecchiate troppo precocemente a causa della vita dura), bambini che si scaldano con la vicinanza dei loro corpi spesso coperti solo da vecchi sari di cotone.
Ho sentito dire da molte persone che l’India è un paese che lascia il segno.. inizio a capire perché…

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e che il 2013 sia con voi al massimo del suo splendore!

30/12/2012

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Chi l’avrebbe detto che avrei passato qui la fine di un nuovo anno e l’inizio di quello nuovo?
E chi l’avrebbe detto che non sarebbe stato solo per una vacanza o un viaggio di piacere?
Non c’è aria di festa, non c’è stata per il Natale e non c’è per il Capodanno. Non si sente la necessità di pensare ai buoni propositi per il 2013 ne c’è l’idea che ci si possa fermare un istante, seppur superficialmente, a fare un bilancio dell’anno che ormai sta chiudendo definitivamente i battenti.
Oggi si lavora, domani anche.
Festeggeremo tra di noi. Io e Lui, Lui ed io e se l’alternativa fosse stata quella di festeggiare una in Italia, l’altro in India, allora è di gran lunga meglio così.
L’anno prossimo festeggeremo a casa.. e sarà la perfezione!
Per quest’anno comunque le lenticchie non mancano, il resto ce lo inventeremo.
Ho una mezza idea di preparare dei pancake con sciroppo di mirtilli (o pseudo tale) come dolce e al posto dello zampone, magari una simmental..e crepi l’avarizia!
A pensarci bene, non è poi così male, di certo è un’avventura, di certo è un’esperienza, di certo è un modo per riscoprire i piccoli gesti e un paio di lenzuola nuove fanno già festa!
Inoltre ci saranno da cambiare calendari e agende e l’inizio del nuovo anno sarà così inequivocabile in qualunque parte del mondo ci si possa trovare.
Gli affetti poi non conoscono confini ne fusi orari e il mondo può diventare, da questa prospettiva, incredibilmente piccolo.. se poi c’è anche la tecnologia che ci supporta…allora davvero

FELICE 2013 a TUTTI VOI… con tutto il CUORE


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SFIDE METAFISICHE!

6/12/2012

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Come si fa a condensare la vita in 20 kg?
Sono alle prese con i bagagli e non so da dove cominciare.
A dire il vero, mi interessa poco di riempire il poco spazio a disposizione con vestiti, scarpe, borse ecc.. Ciò che mi manda in crisi è dover scegliere tra le cose che più fanno parte di me, che mi rappresentano, che mi raccontano.
Ci sono i regali delle persone a me care, gli oggetti con cui trascorro la maggior parte del mio tempo, quelli a cui sono legata da motivi affettivi. Gli oggetti non hanno valore in sè; da questo punto di vista, potrei viaggiare solo con il passaporto e poco altro.
Gli oggetti, però, hanno il valore in virtù del loro rapporto con le nostre vite, del modo in cui ce le siamo procurate, se le desideravamo, se ci sono state regalate, se raccontano qualcosa di noi.
E in questo senso, separarcene è come de-valorizzarle, facendole tornare alla condizione di meri oggetti uguali a tanti altri.
E' una scelta difficile, ma va fatta, ben consapevole che poi, in fondo, le cose più importanti ce le portiamo dentro e che gli oggetti ad essi legati non ne sono che una rappresentazione al di fuori di noi.
Ma adesso basta con la filosofia spicciola, vado a fare i bagagli!


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    una de li "dù"

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